Quante volte vi sarà capitato di andare a mangiar fuori e di non riuscire a finire tutto il cibo, nonostante la bontà dei piatti? E quante volte il giorno dopo, a casa, davanti al frigo vuoto, avete ripensato alle leccornie lasciate al ristorante?
Negli Stati Uniti la Doggy bag (il sacchetto per gli avanzi) è ormai sempre più diffusa e proposta dagli stessi camerieri; in Francia chiedere di portare a casa il cibo rimasto è una sana abitudine che sta prendendo sempre più piede, mentre in Cina dire “dabao” (“mi faccia un pacchetto”) è addirittura sintomo di buona educazione.
E in Italia cosa accade?
Grazie all’intervento di alcune amministrazioni illuminate (il Comune di Capannori, la Provincia di Trento, il Comune di Genova, e molte altre istituzioni stanno avviando progetti che incentivano la diminuzione dello spreco alimentare e l’utilizzo dell'”eco vaschetta“, la doggy bag all’italiana), all’attenzione crescente che gli italiani hanno per l’ambiente, e forse un po’ anche a causa della crisi economica, pian piano persino nel nostro Paese la vaschetta per portare via gli avanzi sta diventando una consuetudine.
Secondo una ricerca della Coldiretti, infatti, un italiano su 3 è favorevole al sacchetto degli avanzi dopo un pasto al ristorante, anche se poi solo il 10% lo fa regolarmente.
“Una fetta rilevante della popolazione (24%) quando va a mangiare fuori lascia sulla tavola gli avanzi semplicemente perché si vergogna di chiederli- si legge sul sito della Coldiretti- Solo una percentuale minore del 18 per cento si dice semplicemente non interessato, mentre ben il 25 per cento degli italiani non lascia alcun avanzo quando va al ristorante o in pizzeria”.
In generale la tendenza a cercare di non esagerare con le ordinazioni e comunque a portarsi a casa il cibo avanzato è sintomo anche “di una maggiore responsabilità degli italiani nei confronti dello spreco di cibo”, come sottolinea la Coldiretti.
Notizia positiva, dunque, soprattutto se si considera che in Italia nel 2013 sono stati buttati 76 chili di prodotti alimentari a persona. Tra l’altro la Corte di Cassazione, con la sentenza 29942, ha da poco stabilito che è un diritto inviolabile del cittadino quello di chiedere di portar via alimenti e bevande già pagati ma non consumati al ristorante.
Allora via libera con l’eco vaschetta…o con l’asta del panierino, nei casi di cene sociali e di raccolta fondi, come quella organizzata dall’associazione Equobi di Firenze per la cena a sostegno del progetto Fair Trade-Fair Peace di Cospe. “E’ stato molto divertente- ci dice una volontaria- Alla fine della cena era rimasto del cibo, così ci siamo inventati un’asta: abbiamo fatto dei panierini e invitato i commensali a fare delle offerte per comprarli e portarli a casa. Un grande successo, che ci ha permesso di raccogliere altri fondi per sostenere il progetto in Palestina e Israele e contemporaneamente non buttare via nulla di quello che avevamo preparato”.
E ovviamente anche FairMenti – eventi e servizi equosostenibili, per limitare gli sprechi, propone sempre ai suoi ospiti di portare a casa il cibo avanzato, e alle associazioni con cui organizza cene di raccolta fondi di prepararsi a un'”asta del panierino”. E voi lo fate? Cosa suggerite contro lo spreco alimentare? Cosa farete per la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti?