Portare il commercio equo e solidale nelle scuole non è roba da poco. Noi lo sappiamo benissimo.
La nostra avventura come formatrici in laboratori didattici dedicati a questa tematica è cominciata a Prato, e prosegue in questi giorni a San Gimignano, grazie a EquoMondo.
La sfida è sempre la stessa, anche se davanti a noi ci sono studentesse e studenti di età diversa: non annoiarli e dimostrare loro che sono le piccole scelte di ogni giorno a permetterci di cambiare il mondo.
Quando entriamo in classe siamo sempre un po’ emozionate e intimorite, consapevoli che qualunque nostra frase potrà essere utilizzata contro di noi. Ma dopo le presentazioni l’atmosfera si fa sempre più amichevole, confidenziale. Una volta ottenuta la loro fiducia è facile chiacchierare e giocare insieme alla scoperta della filiera del commercio equo, del mercato internazionale e dei diritti dei lavoratori.
Ed è bello vedere le studentesse e gli studenti interessati, pronti a intervenire, con una battuta, una riflessione, un pensiero…o semplicemente chiedendo di andare in bagno.
Quando usciamo dalla classe ci sentiamo sempre stremate, ma speranzose. Perché, al di là di tutto, le alunne e gli alunni si mostrano sempre incuriositi dai nostri racconti e dalle nostre storie. Forse il giorno dopo se ne saranno già dimenticati, o forse no. Forse un giorno andranno al supermercato e davanti a uno scaffale si fermeranno un attimo, e si chiederanno da dove viene quello che stanno per acquistare, chi lo ha prodotto e come è stata trasformata la materia prima nel prodotto finito. Forse.